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Sostenibilidad
Conciliare qualità e quantità è la vera sfida della Ricerca nel settore delle tecnologie di estrazione dell'olio extra vergine di oliva.
Sebbene negli ultimi anni, l'attenzione si sia progressivamente spostata sulla qualità, l'ottenimento di alte rese percentuali in fase di estrazione resta una priorità per frantoiani e olivicoltori al fine di ottimizzare l’economia aziendale.
Solo un’elevata resa in fase di estrazione permette infatti di ripagare un anno di duro lavoro e di costi sostenuti per la cura degli ulivi, ma non è semplice lavorare in questa direzione. È noto, infatti, che nel processo di produzione dell'olio di oliva, per migliorare le rese di estrazione, occorre spesso prolungare i tempi di gramolatura, o, in alternativa, incrementare le temperature di processo. Compromesso che può però, a sua volta, portare a una diminuzione del contenuto di sostanze polifenoliche e a una riduzione delle caratteristiche organolettiche e salutistiche del prodotto finito.
Questo anche a causa del fatto che le attuali gramole, da un punto di vista impiantistico, sono scambiatori termici non efficienti.
Ma se è vero che la resa è il risultato del processo di estrazione dell’olio, non bisogna dimenticare che i fattori su cui si può agire per aumentarla, senza andare a intaccare la qualità del prodotto, possono essere di due tipologie: agronomici, che agiscono indirettamente sull’olivo, e tecnologici, relativi a metodologie specifiche che possono essere messe in atto all’interno del frantoio durante la lavorazione delle olive.
Controllo della maturazione
Monitoraggio dell’invaiatura
Importanza della raccolta
Aumento dei tempi di frangitura
Uso di enzimi
L’utilizzo di biotecnologie innovative come l’adozione di enzimi pectolitici esogeni selezionati consente al produttore di ottenere molti vantaggi durante la lavorazione tradizionale delle olive, tra i quali ridurre i costi di produzione e l’impatto ambientale del processo. I benefici che ne derivano sono:
Numerosi test effettuati presso diversi oleifici dal team di esperti di AEB in collaborazione con prestigiose università hanno dimostrato che l’impiego di enzimi esogeni in fase di gramolatura può dare ottimi risultati in termini di aumento delle rese in fase di estrazione.
La raccolta delle olive all’apice della loro lipogenesi e l’utilizzo di enzimi selezionati che agiscono solo sulla componente pectica consentono al produttore di ottenere non solo una maggior quantità di olio a parità di peso delle olive raccolte, ma soprattutto un olio molto più profumato e dalle note aromatiche più decise e intense.
Prove sul campo hanno evidenziato chiaramente che, grazie all’utilizzo di enzimi esogeni, cresce notevolmente l’efficienza di gramolatura e centrifugazione di tutto il processo. In particolare, è emersa una notevole differenza tra la gramolatura effettuata in assenza o in presenza di enzimi pectolitici esogeni: già dopo pochi minuti dall’aggiunta dell’enzima, infatti, l’olio comincia ad affiorare sulla pasta in gramolatura, fenomeno che – senza l’uso di enzimi – si verifica solamente oltre la metà del processo di gramolatura.
Maggiore quantitá estratta
Maggior fluidità di lavoro da parte della gramola
Minore manipolazione della pasta
Maggiore efficienza energetica con conseguente riduzione dei consumi
Possibilitá di lavorare olive ancora non mature con maggiore contenuto di sostanze tipizzanti sapore e aroma dell’olio
Impianto di gramolatura in funzione
Gramola con pasta di olive
Dettaglio della gramola con pasta di olive in fase avanzata
Affioramento dell’olio extra vergine in lavorazione
Uscita dell’olio dalla centrifuga di separazione
Raccolta del prodotto finito
Grafico dell’aumento della resa di estrazione con l’utilizzo di enzimi esogeni
Gli enzimi consentono di ottenere numerosi vantaggi in termini di consumi energetici e impatto sull’ambiente. Vediamoli insieme: